Clima e mutamenti climatici in Abruzzo: Rapporto sullo Stato dell'Ambiente 2018
- Dettagli
- Matteo de Albentiis
- Visite: 11155
Laboratory of Atmospheric Physics-Chemistry and Climatology
Department of Psychological, Health & Territorial Sciences - University "G. d'Annunzio" of Chieti-Pescara
Estratto dal Rapporto sullo Stato dell'Ambiente 2018 Regione Abruzzo (ARTA 2018) scaricabile integralmente qui
CLIMA E MUTAMENTI CLIMATICI
Caratteristiche generali del clima in Abruzzo
Il territorio regionale abruzzese, sia per posizionamento geografico che per complessità orografica, è caratterizzato da un regime meteorologico estremamente dinamico e da un clima piuttosto complesso. Situato alle medie latitudini nel comparto Mediterraneo, si estende da ovest verso est dai settori centrali appenninici italiani alle coste orientali del medio adriatico, risentendo per buona parte dell’anno del marcato contrasto tra le masse d’aria tropicale e quelle di origine polare (artica o continentale). Questo contrasto, specialmente nelle stagioni autunnali e invernali, favorisce il transito di perturbazioni che sul territorio abruzzese sono fortemente influenzate dalla distribuzione della superficie orografica, disposta principalmente a formare una barriera sull'asse nord-sud seguendo la disposizione dei rilievi appenninici.
Inoltre, la presenza di catene montuose, che includono le più alte vette dei massicci dei Monti della Laga, del Gran Sasso d’Italia e della Majella, induce a rapidi cambiamenti di temperatura e umidità sul versante tirrenico e su quello adriatico anche a causa dei processi di Foehn (vento caldo e secco discendente sul lato sottovento) e di Stau (raffreddamento adiabatico di masse d’aria umida con condensazione, per innalzamento
forzato sul lato sopravento), quest’ultimo responsabile di periodi con precipitazioni intense e persistenti sui settori montani e pedemontani. Nei periodi di maggiore stabilità atmosferica, con alte pressioni a prevalente caratterizzazione afro-mediterranea o azzorriana, la presenza di altopiani in quota (Campo Imperatore, Cinque Miglia, Altopiano delle Rocche), conche interne (Valle dell'Aterno, Fucino, Valle Peligna, Valle del Salto) e aree vallive fluviali adriatiche, favorisce il fenomeno dell’inversione termica nelle ore notturne con notevoli escursioni tra i valori massimi diurni e minimi notturni. In inverno, in concomitanza con l’arrivo di perturbazioni dal Tirreno, tale fenomeno genera di rado il gelicidio (pericoloso evento di pioggia congelantesi al contatto con il suolo), in genere associato alle aree padano-alpine e d’oltralpe. Sotto il profilo pluviometrico, la distribuzione media dei cumulati annuali (Serie 1950-2000 Regione Abruzzo) ricalca prevalentemente la disposizione orografica, con valori minimi tra 600-800 mm annui lungo la fascia
costiera e nelle conche interne (protette dai rilievi) e tra 1000-1200 mm sulle zone a ridosso delle catene montuose, con picchi fino a 1400 mm sui confini laziali dove l’effetto delle correnti umide provenienti dal Tirreno e delle perturbazioni atlantiche o mediterranee è più diretto. Le nevicate, che da autunno a primavera interessano la medio-alta montagna con sempre minor continuità, durante l’inverno non di rado possono raggiungere le zone pianeggianti e costiere del versante adriatico, in concomitanza con irruzioni di aria artico-continentale proveniente dal comparto balcanico, talvolta dando luogo a fenomeni anche di un certo rilievo in termini di estensione, intensità e accumulo della coltre nevosa.
In linea generale, per un inquadramento climatico dell’Abruzzo, può essere presa a riferimento la classificazione di Köppen mod. Geiger del 1954, basata su discriminanti termiche, che consente un confronto diretto con altre zone della terra. Sostanzialmente, in virtù della presenza sui confini occidentali di catene montuose e dei litorali sui confini orientali, il clima regionale va gradualmente a divenire più mite muovendosi da ovest verso est, anche se va tenuto conto che le aree confinali con il Lazio sono leggermente influenzate dall'influsso mitigatore del Tirreno e che i settori più elevati della regione si trovano a cavallo tra i settori interni e quelli adriatici. In particolare, secondo il metodo Köppen-Geiger recentemente aggiornato (Kottek et al. 2006, Peel et al. 2007, Rubel et al. 2017) per il periodo 1986-2010, quasi l’intera regione è caratterizzata dalla classe dei Climi Mesotermi di tipo C (temperati delle medie latitudini) con temperatura media del mese più freddo compresa tra 18 °C e −3 °C e dove almeno in un mese si ha una temperatura media superiore a 10°C; sostanzialmente, da un punto di vista più dinamico, tali aree occupano le medie latitudini dove le correnti occidentali sono predominanti tutto l’anno, ma con evidenti differenze d’intensità secondo la stagione, in funzione dell’ondulazione più o meno marcata del fronte polare e delle
correnti a getto. Il sottoclima di riferimento è il Cf senza mese arido su circa l’85-90% del territorio, con particolari aree microclimatiche appartenenti al sottoclima Cs con stagione estiva secca. Tra i sottotipi climatici regionali, tenendo comunque presente che la classificazione a livello globale ha dei limiti di interpretazione nella distribuzione termico-pluviometrica locale, annoveriamo:
- Csa: clima temperato con estate secca e molto calda (Mediterraneo con estate molto calda) - aree del Fucino e della Valle Peligna;
- Csb: clima temperato con estate secca e calda (Mediterraneo con estate calda) – aree della Piana del Cavaliere e della Valle Roveto;
- Cfa: clima temperato senza stagione secca con estate molto calda (Umido Sub-Tropicale) - aree collinari e litoranee del versante adriatico;
- Cfb: clima temperato senza stagione secca con estate calda (Temperato oceanico) – aree interne appenniniche collinari e di bassa montagna;
- Cfc: clima temperato senza stagione secca con estate fresca e breve (Oceanico Sub-Polare) – aree appenniniche di medio-alta montagna.
Analisi dell'andamento climatico in Abruzzo nel periodo 1930-2015
Per comprendere quali siano stati i trend termici a livello regionale negli ultimi 80-85 anni, per l’Abruzzo vengono proposte analisi annuali e stagionali su temperatura media giornaliera, temperatura massima, temperatura minima e sulla distribuzione di tali valori sul territorio regionale. Il dataset utilizzato è stato fornito dall'Ex Servizio Idrografico Nazionale (attuale Centro Funzione della Regione Abruzzo) che, a partire dagli inizi del 900, ha installato stazioni meteorologiche su tutto il territorio nazionale. Delle stazioni in Abruzzo sono state selezionate serie temporali, tenendo conto della continuità nelle misure nel corso del XX secolo. Tali serie sono state, quindi, omogeneizzate con l’utilizzo del software HOMER frutto della COST Action Europea. Tale operazione si rende necessaria nelle serie climatiche per tener conto di possibili interferenze negli andamenti delle temperature non correlati al cambiamento climatico ma a interferenze come, ad esempio, la riallocazione di una stazione di misura, la variazione dell’ambiente in cui è stata installata, manutenzione strumentale, etc. (Mestre et al., 2013).Analisi temperatura media giornaliera regionale
La temperatura media giornaliera, considerando la media sulle stazioni osservative disponibili nel territorio abruzzese (fig. 1), evidenzia un andamento in crescita, nel periodo 1930-1979, pari a 0.13°C ogni 10 anni, mentre considerando il periodo 1950-2015, l’incremento risulta essere uguale a 0.42°C per decade, aumento che diventa ancora più pronunciato (0.60°C per decade) considerando il periodo 1980-2015.Dal punto di vista stagionale, considerando sempre la temperatura media giornaliera e la media su tutte le stazioni di misura abruzzesi, si osserva che l’aumento di temperatura nel periodo 1950-2015 è più marcato in primavera ed estate: 0.46°C per decade, mentre in autunno e inverno tra 0.39 e 0.37°C per decade. Al contrario nell'intervallo temporale più recente (1980-2015), non c’è questa netta distinzione tra primavera-estate ed autunno-inverno, ma si notano differenze più marcate nelle singole stagioni, ovvero: in primavera si evidenzia l’aumento maggiore (0.75°C per decade) mentre in autunno quello minore (0.42°C per decade); in estate l'aumento è pari a 0.69°C per decade e, infine, in inverno l’incremento corrisponde a 0.51°C per decade (fig. 2).
Analisi temperatura massima regionale
Considerando le temperature massime, sempre mediate su tutte le stazioni di misura disponibili in Abruzzo, si osserva che: 1) nel periodo 1930-1979, il cambiamento è leggero e pari a 0.10°C per decade; 2) nel periodo 1950-2015 l’aumento di temperatura è pari a 0.63°C per decade (0.21°C maggiore dell’aumento della temperatura media giornaliera, rispetto allo stesso periodo); 3) nell'intervallo temporale 1980-2015 l’incremento è pari a 0.78°C per decade, anch'esso superiore di 0.18°C all'aumento della temperatura media giornaliera dello stesso periodo (fig.3).Analisi temperatura minima regionale
Le temperature minime, sempre mediate su tutte le stazioni di misura disponibili in Abruzzo, mostrano: 1) nel periodo 1930-1979, un cambiamento pari a 0.18°C per decade; 2) nel periodo 1950-2015 un aumento di temperatura di 0.22°C per decade e, infine, 3) nell'intervallo temporale 1980-2015 un incremento pari a 0.42°C per decade (fig.4).Analisi territoriale
Temperature medie diurne
Dal punto di vista territoriale sono state analizzate le 22 stazioni con il record di dati più completo possibile a partire dal 1930, poiché molte stazioni sono state attivate recentemente e altre dismesse nel corso degli anni. Per ogni stazione è stato calcolato il tasso di variazione della temperatura media giornaliera, massima e minima per i 3 diversi intervalli temporali 1930-1979, 1950-2015, 1980-2015. A fronte di una media regionale di 0.042 ± 0.007°C/anno nel periodo 1950-2015, si osservano dei siti quali Sulmona con aumenti più pronunciati (0.047°C/anno), seguita da L’Aquila (0.045°C/anno), e da Montazzoli, Lanciano, Teramo, Scerni, Palmoli e Barisciano con 0.044°C/anno. Considerando, invece, il periodo più recente (1980-2015), i tassi di aumento sono più marcati con una media regionale di tasso di aumento pari a 0.060 ± 0.015°C/anno. Dal punto di vista territoriale Teramo presenta gli aumenti più marcati 0.072°C/anno, seguita da Montazzoli, Castel di Sangro, Scerni, Assergi. Altri siti anch'essi al disopra della media regionale anche se con tassi minori rispetto ai precedenti sono: Pescara, Guardiagrele, Nereto e Sulmona. Al contrario Pescasseroli, Palena, Scanno, Barisciano e Penne presentano dei tassi di variazione delle temperature al disotto della media regionale.Temperature Massime
L’analisi dei tassi di variazioni della temperatura media giornaliera fornisce una visione degli andamenti medi che, se integrata con quella delle temperature massime e minime, può essere più chiaramente interpretata. A fronte di una media regionale del tasso di variazione della temperatura massima di 0.063 ± 0.009°C/anno nel periodo 1950-2015, si osservano delle piccole differenze da area ad area: il sito in cui ci si discosta maggiormente dalla media è Sulmona (0.067 ± 0.010), seguita da Teramo, Pescara, Lanciano, Palmoli, Campotosto, Assergi e Barisciano con valori tra 0.064 e 0.065°C/anno. Nel periodo 1980-2015 il tasso di variazione medio regionale della temperatura massima è 0.078 ± 0.018°C/anno e si osservano maggiori variazioni da sito a sito: in alcune aree le variazioni sono al di sopra della media regionale, quali Teramo, Pescara, Isola del Gran Sasso e Sulmona. I siti di Penne, Barisciano, Scanno e Pescocostanzo, come per la temperatura media giornaliera, anche per le massime i tassi di variazione sono al di sotto di quelli medi regionali.Temperature Minime
Il confronto tra temperature medie giornaliere e massime, permette di stabilire che nei siti come Scerni, Assergi, Montazzoli e Castel di Sangro, in cui la temperatura media giornaliera è superiore alla media regionale, l’impatto maggiore sembra essere sulle temperature minime, ovvero aree microclimatiche in cui le capacità di raffreddamento notturno dell’atmosfera diventano sempre meno efficaci.Cambiamento climatico: confronti tra i dati in Abruzzo e quelli a livello globale
Partendo dalle peculiarità climatiche regionali e in funzione delle variabilità che si manifestano nel corso del tempo sull'andamento climatico, analizzare il trend termico dell’ultimo secolo risulta di fondamentale importanza per valutare impatti e definire strategie o piani di adattamento ai cambiamenti climatici. Nell'ultimo Rapporto di Valutazione (Fifth Assestment Report 2013/2014 - AR5) dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) vengono proposti dati sul riscaldamento globale in atto, utili per un confronto con le analisi sull'andamento termico nella regione Abruzzo e, dunque, per capire quale sia l’impatto di tale fenomeno sulla nostra regione. Nell'Emisfero Settentrionale, il periodo tra il 1983 e il 2012 è stato probabilmente il più caldo degli ultimi 1400 anni, mentre gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi a livello planetario dal 1850. I dati della temperatura media della superficie terrestre e oceanica combinati mostrano un riscaldamento di 0.85 [0.65-1.06] °C nel periodo dal 1880 al 2012, calcolato sulla media di più dataset indipendenti. Inoltre, l’aumento totale tra la media del periodo 1850-1900 e il periodo 2003-2012 è di 0.78 [0.72 - 0.85] °C. Secondo il National Climatic Data Center (NOAA) il 2014, 2015, 2016 e il 2017 sono stati gli anni più caldi dal 1850 nell'Emisfero Nord, con un trend di aumento termico per decade di 0.07°C. Sulla base di queste premesse vengono riportati in tabella 1 i confronti tra i trend di variazione termica a livello globale, per l’emisfero nord e l’Europa (terre emerse e/o oceani, fonte NOAA) rispetto a quelli rilevati attraverso l’analisi delle temperature medie regionali. In linea con le precedenti elaborazioni i trend sono espressi in °C per decade e sono suddivisi in 3 diversi intervalli temporali 1930-1979, 1950-2015, 1980-2015.Trend variazione Temperatura in °C/decade Periodo 1930-1979 | Trend variazione Temperatura in °C/decade Periodo 1950-2015 | Trend variazione Temperatura in °C/decade Periodo 1980-2015 | |
---|---|---|---|
GLOBALE | +0.02 | +0.13 | +0.16 |
EMISFERO NORD | -0.01 | +0.15 | +0.23 |
EUROPA (terre emerse) | -0.02 | +0.21 | +0.44 |
ABRUZZO | +0.13 | +0.42 | +0.60 |
Il confronto tra i dati, tenendo conto che maggiore è il raggio geografico di indagine, maggiore è l’indecisione del dato a causa della mancanza di rilevazioni puntuali su vaste aree del pianeta, mette in evidenza come il riscaldamento globale si manifesti in modo più incisivo a livello locale. In particolare, in Abruzzo, la tendenza ad un aumento dei valori termici medi per decade risulta più marcato rispetto alla media europea, specie dal 1950 in poi. Questa tendenza è dimostrata da diversi studi più specifici in termini territoriali in cui si utilizzano serie storiche di reti meteo e dati omogeneizzati: in Svizzera, ad esempio, è stato registrato un incremento medio di +0.35 [ 0.23 – 0.44 ]°C/decade nel periodo 1951-2008 (Ceppi et al 2012); in Spagna è stato valutato un aumento di 0.1-0.2°C/decade nel periodo 1961-2006 in accordo con quanto riportato da diversi autori che hanno notato un aumento tra 0.1 e 0.4°C/decade per l’intero paese o per territori più piccoli (del Rio et al. 2011 e altri lavori citati dall'autore). In una pubblicazione relativa ad analisi sui valori climatici estremi in Marche e Abruzzo nel periodo 1980-2012 (Scorzini et al. 2018), ancor più evidente appare l’incremento sui valori massimi assoluti pari a +1.27°C/decade su nove stazioni delle totali analizzate. Tali differenze rispetto al resto del continente possono essere imputate alla commistione tra l’influenza diretta del Mar Mediterraneo, anch'esso in graduale riscaldamento (Mediterranean SST averaged global variation 1982-2018: +1.2°C – fonte CEAM), alla parziale variazione dei complessi processi che regolano l’andamento dei campi barici alle medie latitudini, oltre che ai più noti problemi legati all'aumento dell’urbanizzazione (es: linearizzazione costiera), alla modifica dell’uso del suolo, all'inquinamento atmosferico.
Referenze
- Aruffo E, Di Carlo P 2019, Homogenization of instrumental time series of air temperature in Central Italy (1930−2015), Climate Research Vol. 77: 193–204, (2019), https://doi.org/10.3354/cr01552
- Ceppi et al 2012, Revisiting Swiss temperature trends 1959–2008, Int. J. Climatol. 32: 203–213 (2012)
- del Río S. et al. 2011, Spatial analysis of mean temperature trends in Spain over the period 1961–2006, Global and Planetary Change 78 (2011) 65–75, 2011 Elsevier B.V.
- https://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/syr/drafts/SYR_FOD_Topic1.pdf
- https://www.ncdc.noaa.gov/cag/
- Mestre O, Domonkos P, Picard F, Auer I, Robin S, Lebarbier E, Bohm R, Aguilar E, Guijarro J, Vertachnik G, Klancar M, Dubuisson B, Stepane P (2013) HOMER: a homogenization software – methods and applications. Idojaras, Quart. J. Hungarian Meteorol. Ser. 117(1): 47–67.
- Scorzini et al. 2018, Recent trends in daily temperature extremes over the central Adriatic region of Italy in a Mediterranean climatic context, Int. J. Climatol. 38 (Suppl.1): e741–e757 (2018)
- Regione Abruzzo 2017, Valori medi Climatici regione Abruzzo 1951-2000, Banca dati meteorologica storica Regione Abruzzo - https://www.regione.abruzzo.it/system/files/agricoltura/agrometereologia/VALORI_MEDI_CLIMATICI_NELLA_REGIONE_ABRUZZO.pdf
- Wladimir Köppen, Das geographische System der Klimate, in Handbuch der Klimatologie, vol. 1, Berlino, Borntraeger, 1936.
- Wladimir Köppen e Rudolf Geiger, Klima der Erde, Gotha, Klett-Perthes, 1954.