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Meteo, Clima e Biosfera in provincia di Teramo

L'alluvione del 21 Aprile in provincia di Teramo: note meteo-climatiche, idrologiche e generali




Analisi generale e inquadramento della situazione meteo:
Nel corso della giornata del 19 Aprile 2009, una vasta area di bassa pressione con valori di geopotenziale abbastanza significativi penetra nel Mediterraneo occidentale in discesa da Francia e settori nord-orientali della Penisola Iberica. Questa discesa dell'area depressionaria non è stata impedita da alcuna struttura barica contrastante, con la mancanza assoluta in sede mediterranea di un'area di alta pressione interciclonica o azzorriana. Con il passare delle ore e con il naturale moto traslativo verso est, la depressione è andata gradualmente approfondendosi principalmente grazie all'elevato gradiente termico tra l'aria più fredda in quota giunta con la perturbazione e la colonna d'aria più mite sprigionata dalla superficie marina.

Nella giornata del 20 Aprile, la maturazione della depressione è ormai in stato avanzato, con la formazione di un minimo al suolo sul Tirreno meridionale; questa situazione ha permesso l'innesco di correnti orientali stabili e moderate sulle regioni adriatiche, con l'avvio di precipitazioni continuative a partire dalle ore serali conseguenti l'avvento della fase più attiva della perturbazione.

Il 21 Aprile il minimo depressionario non ha proseguito il tragitto sull'asse naturale Ovest-Est, permanendo per tutta la giornata tra le aree costiere della Campania meridionale e della Calabria settentrionale; sul medio adriatico si sono verificate per tutto il giorno piogge intense con cumulati notevoli lungo le pendici orientali delle catene montuose e sulle zone subappenniniche. Nella notte tra il 21 ed il 22 Aprile la formazione di un minimo secondario sull'Egeo ha gradualmente destrutturato la perturbazione e ha favorito un ponte con la vasta saccatura presente sulla Russia; questo legame ha accelerato lo spostamento verso est dell'area più attiva della depressione ed il conseguente parziale miglioramento delle condizioni atmosferiche sul centro-sud Italia.


Descrizione evento:
Le piogge e le precipitazioni registrate tra il 19 ed il 21 Aprile, complessivamente, vanno ad inserirsi nell'elenco di eventi con tempi di ritorno triennali per l'area climatica in questione; tuttavia, in determinati momenti storici è possibile che cumulati così consistenti nelle 24-48 ore possano verificarsi anche con cadenza biennale. L'aspetto più importante, e quello che più spiega i danni prodotti alle infrastrutture, è legato al continuativo apporto pluviometrico con intensità abbastanza elevate; a tal proposito è possibile suddividere l'evento in più fasi precipitative:

- 19 Aprile: la prima che va dalle 14.30 alle 17.30 (Rain Rate massimo 16 mm/h);

- 20 Aprile: la seconda dalle 12.00 alle 13.30 (Rain Rate massimo 65,5 mm/h), la terza dalle 16.40 alle 19.00 (Rain Rate massimo 22,6 mm/h);

- 21 Aprile: la quarta più costante e di lunga durata dalle 3.50 alle 11.20 (Rain Rate massimo 22 mm/h), la quinta più breve ma intensa dalle 15.20 alle 16.20 (Rain Rate massimo 40,6 mm/h), la sesta a chiusura dalle 17.00 del 21 Aprile alle 01.30 del 22 Aprile (Rain Rate massimo 56,8 mm/h).

Durante il susseguirsi delle sei fasi sopracitate, i momenti di pausa precipitativa sono stati troppo brevi per consentire al deflusso fluviale, ipodermico e sotterraneo di far fronte alle necessità gravitazionali di quello superficiale. Inoltre, i dati a cui si fa riferimento sono quelli registrati dalla centralina di Teramo Est (Rete OMTeA), in posizione quindi meno soggetta ai fenomeni di stau in atto durante quelle ore lungo le pendici delle catene montuose del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Anche se climatologicamente validi e indicativi del settore in questione, è verosimile che la durata delle fasi menzionate possa aver avuto un incremento temporale significativo nell'alto bacino del Mavone, del Vomano e del Tordino. Meno verosimile, invece, che i Rain Rate abbiano toccato picchi maggiori.

Questa notevole (se si considera il distretto climatico in cui si è verificata) intensità precipitativa che localmente ha sicuramente fatto registrare valori superiori sia in termini quantitativi che qualitativi, ha determinato un aumento considerevole di portata da parte di affluenti secondari (come nel caso del Mavone sul Vomano) o addirittura da parte di corsi d'acqua effimeri o intermittenti (come nel caso dei fossi e dei rii tra Basciano, Penna Sant'Andrea e Cellino Attanasio). Non meno importante è l'elevata quantità di piogge e nevicate in quota verificatesi nei mesi invernali e nella prima parte della primavera meteorologica (200-300 mm dal 1 Gennaio 2009 sui settori appenninici e subappenninici, più i 200-250 mm complessivi del periodo Novembre-Dicembre 2008); il manto nevoso piuttosto consistente oltre i 2000 metri e le precipitazioni alle quote più basse hanno sicuramente favorito un surplus nel bilancio idrologico già prima dell'inizio delle precipitazioni del 19-21 Aprile, sia su tutto il bacino idrografico del Vomano, sia su quello del Tordino. Meno probabile la condizione iniziale di surplus idrico nel bacino del Piomba e del Salinello.

Nel caso del Fiume Vomano, ad aggravare la situazione è stata l'opera di parziale svuotamento del lago artificiale di Campotosto da parte dell'Enel nei giorni che hanno preceduto l'evento alluvionale. Lo svuotamento è stato effettuato in seguito alle scosse di terremoto registrate nei distretti sismici del Gran Sasso e dei Monti della Laga e attivatesi a seguito del più cospicuo rilascio di energia nel distretto sismico dell'aquilano.

Con il passare delle ore e con l'aumento considerevole dei cumulati precipitativi si è verificato un notevole innalzamento del livello idrometrico dei principali corsi d'acqua; il 21 Aprile, il Vomano è esondato in alcuni punti intermedi (Villa Vomano-Castelnuovo, area industriale di Scerne di Pineto) e nel pomeriggio ha superato il livello di danno di oltre 60 cm (Dati Idrografico) raggiungendo la portata massima. Stessi effetti sono stati riscontrati visivamente (non vi erano idrometri funzionanti) nel corso del suo principale affluente, il Mavone. Lo stesso giorno sono stati superati i livelli di preallarme sul Tordino e sul Piomba. I danni maggiori alle infrastrutture si sono avuti in prossimità dell'area industriale di Sant'Atto-Villa Zaccheo, dove un tratto della carreggiata Est della nuova Teramo-Mare è franata in seguito allo scavo delle fondamenta. Gravi i danni anche sulla strada che in quel tratto corre parallelamente alla Teramo-Mare, oltre il fiume. Da segnalare, sempre durante la giornata del 21 Aprile, l'interdizione al transito, per motivi precauzionali, sui ponti lungo la SP23 nei pressi di Castelnuovo al Vomano e lungo la ex SS553 nei pressi di Fontanelle d'Atri, entrambi sul corso del Fiume Vomano.

I fenomeni erosivi o legati a movimenti franosi hanno causato moltissimi piccoli movimenti derivanti dalla saturazione interstiziale e dalla liquefazione del suolo, la maggior parte di essi, di piccole dimensioni ed entità, hanno interessato molti comuni, in particolare quelli di Fano a Corno, Cerchiara, Atri, Bisenti, Arsita, Rocca Santa Maria e Castelli. Inoltre si sono verificate frane anche di maggior effetto come quella avvenuta sulla strada provinciale di Senarica (Comune di Crognaleto, blocco di roccia isolato). Problemi anche sulla SP di Castilenti, a San Giorgio, a Magnanella, a Canzano, a Castel Castagna, a Altavilla e a Macchia Vomano*.

Situazioni critiche si sono avute anche in alcune zone extraprovinciali. Da segnalare i 110 mm di pioggia in 24 ore registrati a Campotosto (AQ), 115 mm a Passo Lanciano (PE),130 mm a Villa Santa Lucia (AQ) sul Fiume Tirino. Durante la serata del 21 Aprile, circa 9 corsi d'acqua regionali erano oltre il livello di preallarme; di questi 2 risultavano sopra la soglia di allarme e 3 sopra quella di danno (Vomano, Sagittario e Sangro).


Dati meteo-climatici rilevati in provincia di Teramo:

Cumulati complessivi evento 19-20-21 Aprile:

Stazioni Arssa: Rapino 89,5 mm – Villa Vomano 101,5 mm – Cellino Attanasio 92,1 mm – Bellante 38,5 mm
Stazioni OMTeA: Teramo Centro 72 mm – Teramo Est 90,2 mm – Guardia Vomano 81,0 mm - Corropoli (Liceo Scientifico Aeronautico) 49,8 mm – Tortoreto Lido (Bagni Odeon) 34 mm

Cumulati nelle 24 h dalle 00 del 21 Aprile alle 00 del 22 Aprile:

Stazioni Idrografico: Giulianova 45 mm - Atri 46 mm - Arsita 76 mm - Torricella Sicura 64 mm
Stazioni Arssa: Rapino 58,4 mm – Villa Vomano 76 mm – Cellino Attanasio 55,4 mm – Bellante 35,5 mm
Stazioni OMTeA: Teramo Centro 43,6 mm – Teramo Est 54,8 mm – Guardia Vomano 53,6 mm - Corropoli (Liceo Scientifico Aeronautico) 41,2 mm - Tortoreto Lido (Bagni Odeon) 28,4 mm



Conclusioni

Questo tipo di precipitazioni, caratterizzate da insistenza e intensità, si verifica spesso nelle stagioni intermedie come la Primavera o l'Autunno, approssimativamente con cadenza annuale su alta Toscana, Appennino Ligure o Piemontese e in Carnia, biennale su gran parte del centro-nord e lungo il versante tirrenico meridionale, triennale sul medio-basso adriatico e sui settori ionici. E' dunque da escludere l'eccezionalità storica meteo-climatica dell'intero evento, anche se, a livello locale, si può parlare di “fenomeni di momentanea eccezionalità” ragionando su termini di rapporto tra durata e intensità. Questo anche in base ai valori dei coefficienti di piena che caratterizzano i bacini idrografici del medio adriatico, che differiscono anche significativamente da quelli degli altri corsi d'acqua italiani. Gli effetti così vistosi sono quindi da imputare a fattori che parzialmente esulano dai cumulati precipitativi, i quali hanno certamente scatenato l'evento dannoso ma partendo da basi già “pronte”. Il surplus idrico complessivo dei bacini imbriferi principali (Vomano e Tordino), le precipitazioni continuative con Rain Rate medi elevati per il settore climatico in questione e la mancanza di un sistema di allarme preventivo (più approfondito delle generiche allerta meteo della Protezione Civile Nazionale) sono i fattori principali che, in concomitanza con altri a livello locale, hanno dato luogo ai fenomeni alluvionali in questione. Questa concomitanza spiega la netta differenza rilevata tra la i fenomeni meteo-climatici di bassa rilevanza storica e gli effetti sul piano idrogeologico, localmente di elevata rilevanza storica.

È abbastanza incomprensibile come, nel 2009, possano essersi verificati danni alle infrastrutture di tale portata, viste le leggi in vigore già da tempo sulla messa in sicurezza dei tratti stradali in ambito montano e lungo le piane alluvionali (addirittura in adiacenza con greti fluviali). E' francamente difficile immaginare che un evento proporzionato e similare per dimensioni fenomenologiche possa causare alcunchè in regioni più avanzate nella prevenzione dei danni causati dal dissesto idrogeologico (es. Emilia-Romagna, Toscana, ecc...).


Materiale Fotografico sull'Evento: da MeteoTeramo Web

Materiale Video sull'Evento: da Truveo


* informazioni tratte dall'edizione online de Il Messaggero del 22 Aprile 2009

Bibliografia essenziale:
- M.Ciabatti, Elementi di Idrologia Superficiale, Coopertativa Libraria Universitaria Editrice Bologna, 1982
- M.Panizza, Geomorfologia, Pitagora Editrice Bologna, 1992
- F.Rapetti, Estratti dall'insegnamento di Pericolosità dei Fenomeni Naturali – Parte 2: Climatologia e Meteorologia, Corso di Laurea in Scienze Ambientali – Università di Pisa