La neve atmosferica: nozioni sulla formazione e sulla morfogenesi dei cristalli
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- Matteo de Albentiis
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Il fenomeno che permette all'acqua di non solidificare è detto sopraffusione e questo può avvenire proprio perchè la temperatura di congelamento varia in funzione delle dimensioni delle gocce.
A -40°C però, tutte le goccioline congelano immediatamente (Limite Massimo di Congelamento).
La formazione dei cristalli, all'abbassarsi della temperatura, ha luogo su particolari particelle dette NUCLEI DI SUBLIMAZIONE che sono composti da polvere cosmica e pulviscolo. Sono altresì detti NUCLEI CRIOGENI.
La forma dei cristalli di ghiaccio, inoltre, dipende dalla temperatura di formazione:
Cristalli | Temperatura in °C |
1) Aghiformi | sotto i -5°C |
2) A Piastrina | tra i -10°C ed i -20°C |
3) Dendritici | -15°C |
4) Forme Prismatiche | tra i -45°C ed i -50°C |
5) Prismi Piramidali | tra i --50°C ed i -90°C |
3) Dendritici | sopra i -90°C |
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La crescita dei cristalli di ghiaccio è detta RIMING visibile attraverso questa straordinaria riproduzione offerta dal sito www.snowcrystals.com:
La formazione dei fiocchi di neve per collisione di cristalli è detta CLUMPING.
Inoltre, la neve, durante la sua caduta, può subire diversi processi termici e divenire:
- NEVISCHIO: Uno strato di aria calda lo scioglie parzialmente
- NEVE A GRANI: Le forti correnti ascensionali generano fenomeni grandinigeni
- GELICIDIO: La pioggia diviene ghiaccio al contatto con il suolo